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APPRENDIMENTO MUSICALE NEI DSA

Intorno alla conoscenza dell’apprendimento musicale nei DSA ci sono un sacco di false conoscenze.

Con questo articolo andrò a sfatare un po’ di miti e approfondire il meccanismo dell’apprendimento musicale nei DSA, per poter vedere con i loro occhi il mondo esterno.
I falsi miti si sono tramandati negli ultimi decenni a causa della poca conoscenza sull’apprendimento e il funzionamento del cervello dei DSA.

L’apprendimento musicale nei DSA non è utopia e tanto meno fantascienza, ma verità scientifica.

L’insieme di queste false o parziali conoscenze, insieme alla credenza che sia meglio dispenderli da alcune attività, ma non è affatto cosi compensare o dispensare sono solo una delle modalità con cui si può costruire un progetto didattico su misura. leggi l’articolo che approfondisce questo tema.

Un mix di queste tristi disavventure, hanno generato stereotipi e false credenze sull’apprendimento dei DSA

Ma prima di andare a sfatare un po’ di miti, faccio un passo indietro e andiamo a vedere il loro meccanismo.

Il DSA è un disordine al livello cerebrale, dove i due emisferi non comunicano bene tra loro, cosi causando disorientamento nello spazio e nel tempo in qualsiasi ambito e non solo quello scolastico, disordini al livello di lettura, scrittura, lentezza.

La comunicazione tra i due emisferi avviene in modo randomico e non lineare e fluido.

Cosa significa?

E come se dovessimo costruire un enorme puzzle.
I pezzi piccoli sono le piccole informazioni esterne, il puzzle intero invece l’azione che la persona deve fare.

Ecco, a volte i pezzi del puzzle vengono persi e ci troviamo una tavola completamente incompleta e solo dopo (se ci ricordiamo i pezzi) la possiamo completare.

Questo è, a grandi linee, come funziona il meccanismo di apprendimento del DSA, che si va a ripercuotere su tutte le componenti della vita della persona: linguaggio, memoria, ordine del pensiero, scrittura, lettura e anche nella musica.

Nella musica capita la stessa cosa: lentezza, dimenticanza delle sequenze nel compito e nello strumento, disorientamento nello spazio dello spartito, nelle pause lunghe, poco coordinamento nel fisico, rovesciamento delle note, perdita del segno durante la lettura ecc.

Quindi quando sento: “Non sono in grado di imparare lo strumento e di conseguenza la musica”.

E’ falso!

Possono impararla, sperimentarla e interiorizzarla ma con i loro meccanismi e metodi
(spoiler: vanno bene anche per chi non ha bisogni educativi speciali)

Quindi come fa il dislessico ad apprendere la musica?

Facendo: PRATICA, PRATICA e ancora PRATICA.

L’apprendimento del dislessico (qualsiasi tipo sia) passa prima vedendo, sperimentando e toccando con mano il problema da risolvere.
Perché lo materializza mentalmente, lo fa suo per poi in un secondo momento verbalizzarlo con le parole.

Il dislessico è pratico.

Di conseguenza la lezione dovrà passare prima dalla pratica per poi tradurlo in teoria (da lui/lei).

Il dislessico fa il doppio della fatica se deve tradurre la teoria in pratica, perché perderebbe le sequenze di parole, l’input esterno arriva troppo lento e non si ricorderebbe tutto.

Ti sei mai chiesto il perché nelle materie pratiche vadano benissimo e in quelle teoriche no? eppure fanno la stessa cosa…

Traduzione e sequenze di apprendimento diverse.

Se noi musicisti invertiamo il tradizionale processo di insegnare, quindi prima la teoria e poi passiamo alla pratica (in verità in tutte le materie scolastiche si dovrebbe fare lo stesso discorso), tutti gli alunni, soprattutto i dislessici, ne avranno beneficio e l’apprendimento andrà sempre più fluido e veloce.

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