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COSA POTENZIA LA MUSICA? 

Essa non parla di cose, ma soltanto di gioia e di  dolore, che sono le uniche realtà per la volontà: perciò essa parla così intensamente al cuore, mentre nulla ha da dire direttamente alla testa”
Schopenauer

Perchè la musica potenzia?
Perchè la musica allena la mente e il corpo?
Ma non era solo un arte?

La musica non è solo un arte, ma un arte dell’apprendimento, poichè la musica allena i pre requisiti e le abilità di base della persona

Le caratteristiche della musica, come il ritmo, il canto, imparare lo strumento possono esser incanalate in percorsi educativi specifici, per migliorare le prestazioni della persona  con dsa o bisogni educativi speciali.
Senza che, la persona si possa sentire in difetto o sentire la fatica durante il percorso con il terapista.

La musica è uno dei linguaggi artistici che supportano, accompagna e allena le persone durante il loro cammino di vita.

Cos’è la musica?

non è solo quella che ascoltiamo alla radio, in un film, nelle cuffiette del telefono, ma è anche quella che ci scandisce la giornata, è quella che ci aiuta a superare i momenti belli e quelli brutti della vita, ecco cos’è per me la musica.

Inoltre, la musica è quel linguaggio che appartiene a tutti in modo inconsapevole e che fa parte di noi dall’alba dei tempi.
Dentro di noi, si annida un suono interiore che ci caratterizza e ci appartiene e ci aiuta a esprimere dove le parole e il linguaggio non verbale non arrivano.

quindi: Don’t Music, Don’t Life

E’ proprio in quelle persone con difficoltà nella comunicazione (ritardi mentali e autismo) e in difficoltà di apprendimento (DSA) che la musica fa la sua “magia”: aiuta a comunicare con il mondo, quando loro non sarebbero riusciti a farlo, aiuta a superare i propri limiti visivi, proprio dove questi sono il primo ostacolo per l’espressione musicale.

E qui mi sorge una domanda: è davvero di tutti?
Abbiamo mai visto un ragazzo con sindrome di 
Down suonare le percussioni?, una ragazza con ritardo suonare il violino in un orchestra insieme agli altri? I genitori hanno mai spinto il ragazzo con DSA a intraprendere un percorso musicale?.

La risposta più ovvia è raramente ma… perché? 

Perché non dovrebbero anche loro essere inclusi in un mondo che ci accomuna a tutti.

Le risposte del perché non c’è molto inclusione nel mondo musicale, e del perché la musica è solo di pochi, ha base nella nostra cultura e accettazione dell’altro.

Sembra una risposta ovvia e superficiale ma non è cosi.
La cultura è insita in noi, già da quando nasciamo, assorbiamo pensieri, linguaggi, modi di fare e dire a seconda della famiglia di origine e da li parte tutto.
La cultura è la nostra identità, giusta o sbagliata che sia, fa parte di noi e con quella noi vediamo (o ci pare di vedere) il mondo.

L’importanza della musica si può vedere e comprendere solo se comprendiamo bene i meccanismi della nostra cultura, poiché essa sono i nostri primi occhiali sul mondo.

Inoltre, la musica è definita come l’arte dell’organizzazione dei suoni e dei rumori nel corso del tempo e nello spazio.
Essa è quindi una forma d’arte, poiché riesce ad esprimere l’interiorità dell’individuo che la produce.

Quindi, un linguaggio.
E come ogni linguaggio è formato da codici, segni, leggi socialmente accettate, comprensibile a tutte.

Come quando leggiamo, parliamo e scriviamo.

Ma se si vedesse la musica, non solo come forma d’arte, ma come mezzo abilitativo per potenziare le capacità umane?

Il lavoro musicale impegna moltissime funzioni: sensoriali, motorie, linguistiche ed assetti coordinativi, sinergici e sequenziali. 

La musica con i suoi elementi di base, come: ritmo, coordinazione, orientamento nello spazio e nel tempo, melodia e armonia. Con esse si possono migliorare le abilità di base del singolo: coordinamento, equilibrio, spazio, tempo, velocità, colpo d’occhio, pensiero e via discorrendo.

Attraverso la costruzione di percorsi terapeutici, potenziamento musicale e didattica inclusiva, si può notare un miglioramento della fluidità e della  coordinazione motoria e mentale nell’esecuzione ordinata dell’agire seguendo l’evoluzione della persona. 

Ma alla fine…

Cosa potenzia la musica?

  • La fluidità e l’accuratezza delle funzioni esecutive complessive.

  • Migliorare le competenze del leggere, scrivere e delle prestazioni matematiche.

  • Migliorare la fluidità esecutiva.

  • Migliorare la disponibilità ai compiti e alla vita.

  • Evitare il ricorso a misure sostitutive, aggiornamenti, fughe, finzioni.

  • Perseguire un’autonomia funzionale, non sussidiata.

Questo tipo di intervento funzionerebbe bene per i percorsi di potenziamento e nella didattica nelle persone con bisogni educativi speciali, poiché ha molte difficoltà, perché anche nella musica si richiede leggere le note musicali, scriverle e metterle nello spazio dello spartito, contare mentalmente e all’interno della battuta, comprendere, coordinarsi con lo strumento e orientarsi nello spazio dello spartito e corporeo ecc.

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