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Come gestire i gruppi in modo inclusivo?

Dal controllo alla co-costruzione: come gestire i gruppi in modo inclusivo

Gestire i gruppi con un nuovo sguardo

Quando ho iniziato a lavorare con gruppi, laboratori musicali, classi scolastiche, team educativi, il mio primo impulso era avere tutto sotto controllo. Temevo che qualcosa potesse sfuggirmi, che il gruppo perdesse la direzione, che i risultati non arrivassero. Con il tempo, l’esperienza e gli studi pedagogici, ho scoperto una verità semplice ma rivoluzionaria: controllare non significa necessariamente guidare meglio. Anzi, a volte, è proprio il controllo a soffocare il potenziale autentico di un gruppo. così ho iniziato a riflettere a fondo su come poter gestire i gruppi in maniera inclusiva e sostenibile per tutti i membri.

Oggi voglio accompagnarti in un cambio di prospettiva: passare dal controllo alla co-costruzione, applicando un approccio pedagogico e inclusivo alla gestione dei gruppi. Questo non solo migliora l’efficacia educativa, ma crea contesti in cui ogni persona può sentirsi parte di un processo di crescita autentico.

Quando il controllo diventa un ostacolo?

In molte realtà educative e professionali, la gestione dei gruppi si fonda ancora su modelli verticali e gerarchici. L’insegnante o il leader stabilisce regole e obiettivi, mentre i partecipanti si adeguano.

Questo sistema, pur offrendo un’apparente efficienza, comporta alcuni rischi:

  • La motivazione interna si riduce.

  • La creatività si spegne.

  • Il senso di appartenenza si indebolisce.

Controllare un gruppo significa accentrare il potere decisionale, spesso a scapito della partecipazione attiva, della fiducia e dell’inclusione. In contesti educativi, ciò può ostacolare l’apprendimento, aumentare l’ansia da prestazione e allontanare chi fatica ad adattarsi ai modelli imposti.

Cos’è la co-costruzione nei gruppi?

La co-costruzione è un modello di gestione fondato su relazione, corresponsabilità e fiducia. Non si tratta di rinunciare al proprio ruolo educativo, ma di trasformarlo: da guida autoritaria a facilitatore di processi. Bisogna comprendere che quando insegniamo ci sono 4 attori all’interno della relazione educativa: l’ambiente fisico, che comunica emozioni e ci aiuta ad educare; il gruppo classe, con le sue dinamiche può affossare, rallentare o accellerare l’apprendimento; lo studente e l’insegnante. Senza tenere conto di questo non avviene co-costruzione, che significa:

  • Non imporre, ma proporre.

  • Non dirigere, ma accompagnare.

  • Non controllare, ma generare le condizioni per l’autoregolazione.

Il gruppo, in questa visione, diventa un organismo dinamico, capace di apprendere, creare e trasformarsi insieme.

I pilastri pedagogici della gestione inclusiva dei gruppi:

In un contesto educativo e musicale sempre più diversificato, la gestione dei gruppi non può limitarsi al controllo del comportamento o alla semplice trasmissione di contenuti. È necessario ripensare i ruoli, i tempi e gli spazi in funzione di una visione pedagogica inclusiva, dove ogni persona, bambinə, adolescente o adultə, trovi riconoscimento, ascolto e possibilità di espressione autentica. Questo approccio si fonda su alcuni pilastri pedagogici chiave, che promuovono la co-costruzione del percorso educativo, il rispetto delle neurodivergenze, la valorizzazione delle funzioni esecutive e la partecipazione attiva di ogni componente del gruppo.

1. Ascolto attivo e valorizzazione della diversità

Ogni partecipante porta con sé una visione, un’esperienza e un bisogno unico. Ascoltare davvero significa creare spazi in cui tutti possano esprimersi e sentirsi riconosciuti.

2. Regole condivise

Costruire insieme le regole di convivenza e lavoro promuove il senso di responsabilità e appartenenza.

3. Voce a tutti, non solo ai più forti

Tecniche di facilitazione come il cerchio di parola, la scrittura collaborativa o il brainstorming visivo permettono anche a chi è più timido di contribuire attivamente.

4. Accoglienza dell’imprevisto e dell’errore

L’imprevisto fa parte della vita di un gruppo. Accoglierlo con flessibilità lo trasforma in opportunità. Allo stesso modo, l’errore non va punito ma analizzato, integrato, compreso.

5. Leadership modulare e non invasiva

Essere presenti senza essere opprimenti. La leadership pedagogica si esercita nel saper leggere i bisogni del gruppo, modulando interventi e strategie.

Nella didattica musicale inclusiva, il passaggio dal controllo alla co-costruzione è quotidiano. La musica crea un contesto di connessione profonda, dove ogni partecipante, neurotipico o neurodivergente, esperto o principiante, ha un ruolo significativo.

Competenze socio-emotive in azione

Suonare insieme sviluppa empatia, gestione del conflitto, cooperazione. Queste abilità, apprese nella musica, si trasferiscono nella vita quotidiana.

Strumenti adattivi per una vera partecipazione

Attraverso strumenti modificati, tecnologie assistive e approcci personalizzati, ogni individuo può trovare la propria modalità di espressione musicale.

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5 Pratiche concrete per facilitare la co-costruzione nei tuoi gruppi

Gestire i gruppi non significa solo organizzare attività o mantenere l’ordine: è un processo complesso che richiede intelligenza relazionale, presenza empatica e visione pedagogica. In ogni gruppo convivono storie diverse, bisogni espliciti e sommersi, desideri di appartenenza, resistenze al cambiamento, paure e potenzialità. Ignorare questa complessità porta spesso a semplificare la gestione attraverso modelli direttivi o standardizzati.

Al contrario, gestire un gruppo in modo co-costruttivo significa attivare dinamiche di partecipazione, ascolto e corresponsabilità. È un invito a non agire “sul gruppo”, ma insieme al gruppo. In questa prospettiva, il ruolo dell’educatore, del formatore o del conduttore diventa quello di facilitatore di possibilità, non di controllore di comportamenti.

Ecco 5 suggerimenti:

  1. Condividi gli obiettivi all’inizio del percorso “Cosa vogliamo costruire insieme?”: è una domanda semplice ma potente.

  2. Costruisci le regole insieme L’accordo nasce dal confronto, non dall’imposizione.

  3. Utilizza tecniche inclusive Favorisci strumenti che diano voce anche a chi parla poco: lavagne condivise, mappe concettuali, app educative.

  4. Riconosci il valore del gruppo, non solo del singolo Celebra i successi collettivi per rafforzare l’identità condivisa.

  5. Sii flessibile: il gruppo è un organismo vivo Lascia spazio all’evoluzione, all’ascolto reciproco e alla rinegoziazione costante.

Co-costruzione e gestione del conflitto

Uno degli equivoci più comuni quando si parla di co-costruzione è l’idea che questa elimini i conflitti all’interno dei gruppi. In realtà, è vero il contrario: la co-costruzione rende i conflitti visibili, legittimi e parte integrante del processo educativo. In un contesto basato sul controllo, il conflitto viene spesso vissuto come una deviazione da correggere o un fallimento da nascondere. Ma in un contesto co-costruttivo, il conflitto diventa un’opportunità di apprendimento e di evoluzione del gruppo.

Imparare a gestire il conflitto in modo inclusivo significa creare spazi dove le differenze possano emergere senza essere giudicate, e dove il confronto sia facilitato da strumenti concreti come il cerchio di parola, la mediazione peer-to-peer, o le mappe dei bisogni reciproci. Il ruolo del facilitatore non è evitare il conflitto, ma accompagnare il gruppo nel leggerlo, comprenderlo e trasformarlo. Quando i partecipanti sentono di poter esprimere un disagio senza temere la punizione o l’esclusione, si attiva un processo di fiducia collettiva che rafforza l’identità del gruppo.

Il conflitto, se accolto e accompagnato con cura, può infatti diventare il punto di svolta in cui un gruppo smette di essere una semplice somma di individui e inizia a diventare una comunità che apprende.

Co-costruzione online: gruppi digitali e partecipazione inclusiva

L’esperienza della didattica a distanza, delle riunioni online e dei laboratori digitali ci ha dimostrato che la co-costruzione non è un’esclusiva dei gruppi in presenza. Anche nello spazio virtuale è possibile generare dinamiche inclusive, collaborative e trasformative, a patto di progettare con intenzionalità.

Nel digitale gestire i gruppi richiede uno sforzo differente: alcune barriere si riducono (es. spostamenti, accessibilità per chi ha disabilità motorie), ma altre si accentuano: dispersione dell’attenzione, fatica cognitiva, isolamento. Per questo, la co-costruzione online richiede strumenti e attenzioni specifiche:

  • Strutturare il tempo in micro-momenti (accoglienza, lavoro, riflessione) per non sovraccaricare.

  • Usare strumenti collaborativi visivi, come lavagne condivise (Miro, Jamboard), documenti co-editabili o App di mappe mentali.

  • Favorire la partecipazione attiva, anche asincrona, con registrazioni, forum, bacheche virtuali.

  • Accogliere il silenzio digitale non come assenza, ma come tempo di riflessione.

In particolare, i gruppi online permettono nuove forme di espressione: scrittura, Emoji, immagini, video, reazioni. Chi in presenza fatica a parlare, online può trovare un’altra voce. La co-costruzione digitale, quindi, non è una copia sbiadita della realtà, ma una nuova possibilità relazionale, inclusiva e creativa, tutta da esplorare.

Costruire un gruppo è il vero successo

Abbandonare il bisogno di controllo richiede coraggio, ma è solo in quello spazio di fiducia, ascolto e flessibilità che i gruppi si trasformano davvero in comunità educanti. E la didattica musicale inclusiva ce lo dimostra ogni giorno: quando le persone si sentono parte attiva del processo, emergono competenze, relazioni e possibilità che nessun controllo avrebbe potuto generare.

Se vuoi approfondire questi temi, iscriviti alla mia newsletter settimanale: riceverai spunti pratici, strumenti operativi e riflessioni per rendere i tuoi gruppi più inclusivi, efficaci e umani.

E tu? Hai mai provato a passare dal controllo a gestire i gruppi in co-costruzione? Raccontamelo nei commenti, ti leggo con piacere!