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Musica e Cervello

Musica e cervello due mondi diversi ma interconnessi tra loro.

La musica essendo un arte multisensoriale influisce in modo completo e diretto tutte le aree del cervello.

MUSICA E CERVELLO

In questo articolo si propone di esplorare l’entusiasmante territorio della musica inclusiva, con un focus su come la conoscenza dei funzionamenti delle neurodivergenze possono arricchire l’educazione musicale.
Attraverso una lente neurologica, sfideremo i pregiudizi che limitano la didattica musicale accessibile a tutti.

MUSICA E MEDICINA

La musica e la medicina sono sempre state interconnesse tra di loro, legate per trovare una risposta mistica alla musica.
La musica è un arte multidimensionale che coinvolge e stimola diverse aree del cervello umano, agendo come un potente catalizzatore per la neuroplasticità. Influisce su diverse funzioni sensoriali, motorie, emotive e cognitive.

La sua percezione e produzione sono processi cerebrali complessi che attivano simultaneamente vari circuiti neurali.
Questa visione olistica dell’interazione cerebrale con la musica è evidente fin dalla vita fetale, dove la musica stimola i primi comportamenti e stimola la memoria uditiva e motoria.

La plasticità neurale, che è la capacità del cervello di adattarsi e cambiare, è notevolmente influenzata dalla musica.
Questa plasticità non è solo una caratteristica dei giovani cervelli, ma continua ad essere presente durante tutta la vita, contribuendo all’apprendimento, alla memorizzazione e all’attenzione, ponendo così le basi al concetto di “apprendimento e sviluppo per tutto l’arco della vita”.
Si può affermare che non esiste un momento migliore per imparare la musica, ma che qualsiasi momento della vita è il momento giusto per farlo, poiché il cervello si modifica e si riadatta a imparare nuove attività.

La musica è anche un potente strumento per l’empatia e la comunicazione interpersonale, grazie all’azione dei neuroni specchio, che sono attivati sia quando si esegue un’azione che quando si osserva o si ascolta la stessa azione eseguita da altri.
Questi neuroni facilitano la comprensione e la condivisione di emozioni, intenzioni e infine comportamenti, arricchendo le competenze emotive e le abilità sociali.

La musica, come il linguaggio verbale, si impara per imitazione e ripetizione dei suoni e dei movimenti, in questa fase i neuroni a specchio hanno un ruolo fondamentale, perché aiutano l’azione che si sta compiendo e rafforzano il comportamento positivo.
Gli effetti benefici della musica sono stati ampiamente studiati e dimostrati, inclusa la sua capacità di migliorare le funzioni cognitive come la memoria, l’attenzione e il ragionamento spaziale.

BENEFICI

I benefici non sono limitati a un particolare genere musicale; infatti, l’educazione musicale precoce è stata dimostrata per avere effetti positivi sullo sviluppo cerebrale dei bambini, migliorando la coordinazione motoria, la memoria e la regolazione delle emozioni.
L’educazione musicale ha effetti a lungo termine sull’intelligenza, non solo come abilità logica e linguistica, ma anche come socializzazione e benessere psicologico.
La musica ha un ruolo importante nella memoria e nella percezione dei suoni, e può essere utilizzata come strumento terapeutico per ansia, depressione e dolori. Infine, la musica ha anche un ruolo sociale, influenzando il contatto tra gli individui e la coesione del gruppo.

INCLUSIONE MUSICALE, LA Rivoluzionare la Didattica Musicale Inclusiva

La didattica musicale inclusiva abbraccia la diversità come un dono, non un ostacolo.
Nel contesto educativo, la neurodivergenza smette di essere vista come un “disturbo” e diventa una ricchezza di prospettive uniche. Affronteremo la sfida di adattare metodi e strumenti didattici per accogliere ciascun allievo, creando armonia tra le diverse menti.
Affrontiamo i pregiudizi radicati che circondano l’apprendimento musicale e le neurodivergenze. Scopriremo come tali preconcetti possano ostruire il percorso di chi vuole imparare musica. Sono sfide che possiamo superare attraverso una comprensione più profonda delle connessioni tra neurologia, musica e apprendimento.

Strumenti per Insegnanti e Musicisti

Insegnanti e musicisti possono diventare i direttori d’orchestra di un apprendimento inclusivo

La musica inclusiva è un’armonia di opportunità, una melodia che risuona attraverso le diverse sfumature delle menti.
La connessione tra musica e neurologia ci sfida a riconsiderare le modalità di apprendimento e a celebrare la diversità.
Siamo chiamati a sintonizzarci su una frequenza di inclusione, dove ogni nota suonata è un passo verso la creazione di un mondo musicale che accoglie e valorizza ognuno di noi.

PRATICA

Esploreremo strategie pratiche di una didattica musicale inclusiva partendo dallo studio del cervello.
Dal design del curriculum al coinvolgimento attivo degli studenti, garantendo che ciascuno possa partecipare e contribuire con il proprio ritmo unico.

Prima di partire serve una piccola precisazione.

CHE COSA SIGNIFICA INCLUSIONE?
Quando si parla di inclusione, si fa sempre riferimento all’inserimento del ragazzo con disabilità o criticità all’interno della classe ma attuando sempre un comportamento di differenziazione.
La vera inclusione parla di opportunità, accessibilità (non solo da un punto di vista didattico ed ambiente) di apprendimenti, ai contenuti e materiale che costruisce un sapere.
Questo materiale molto spesso è presentato da un punto di vista di un apprendimento neurotipico e da insegnante, non tenendo conto delle varie tipologie di apprendimento neurodivergente, di come funziona il cervello umano e della società moderna.

Tutti questi fattori incidono sul modo di apprendere, non solo di bambini con varie criticità ma anche su chi è neurotipico, poiché i discendenti di questa era digitale e consumistica non sono gli stessi discendenti di 10 anni fa. 

Immagina che devi insegnare una figurazione ritmica: semiminima.

Didattica tradizionale

Insegna che bisogna partire dalla teoria per poi passare alla pratica, vediamola insieme:
I primi 30 minuti sono improntati sulla definizione, sulla composizione della battuta e quale valore della semiminima, per poi passare alla domanda di rito: quante semiminime si possono mettere nella battuta sé di 4/4?
Per poi passare agli ultimi 20 minuti di “pratica” ovvero la composizione di una battuta di 4/4 solo con la semiminima o insieme ai diversi ritmi imparati fino a quel momento.

Vedremo facce perplesse e/o annoiate degli studenti perché non hanno capito cosa serve tutto sto lavoro e soprattutto quanto dura quella figura ritmica: 1/4 in che senso?
Ma non dimentichiamoci che in tutta questa lezione, l’insegnante si è dimenticato dei propri allievi DSA e/o con disabilità, loro li ha persi i primi 5 minuti della lezione, ovvero alla definizione.

Tutto questo ti ricorda qualcosa?
Secondo me si.

Didattica musicale inclusiva.

Il cervello lavora meglio attraverso l’esperienza e l’immagini
per poi successivamente trasformarlo in teoria.

Questo processo è tipico del cervello: imparare a parlare è avvenuta attraverso la pratica di ripetizione delle parole e non viceversa.
Quindi si partirà dalla parte pratica, facendogli fare un esperienza attraverso la body percussion e/o il canto per poi portarli alla definizione teorica della figura ritmica e inserirla nel contesto battuta scritta.
Questo processo didattico non solo tiene conto della praticità pratica e multisensoriale della musica, che servirà a suonare uno strumento musicale in totale autonomia perché si conosce il valore sonoro e ritmico della figura ma includerà tutti gli studenti della classe.
Creando un momento sociale, educativo e didattico senza esclusione ed accessibile al contenuto musicale.

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